La sede di Mandello aderisce all’iniziativa promossa dalla CEI con un open day il 13 ottobre. Dalle 10.00 alle 12.00 porte aperte e possibilità di partecipare alle attività artistiche degli ospiti. Accogliere non è semplicemente dare un tetto, è creare le condizioni perché una persona possa pienamente realizzarsi anche quando la sua autonomia è condizionata dalla disabilità e dalla mancanza di sostegno familiare.
La Nostra Famiglia, che si occupa prevalentemente della riabilitazione di bambini con disabilità, ha voluto creare ormai oltre trent’anni fa a Mandello un modello di struttura dedicata agli adulti coerente con la
visione antropologica che caratterizza la sua missione. La partecipazione all’iniziativa promossa dall’ufficio di Pastorale della salute della Conferenza Episcopale Italiana “accolti.it” vuole consentire la possibilità di sperimentare dal vivo il clima vissuto quotidianamente da coloro che abitano la RSD di Mandello.

Essere accolti, sentirsi a casa

“Mi sento accolto se ho uno spazio mio, posso incontrare degli amici, posso comunicare con whatsapp, ogni tanto posso uscire e fare vacanza, in cucina tengono conto dei miei gusti, posso andare qualche volta a fare le mie spese”… Sentirsi a casa è vivere in un luogo accogliente e avere accanto delle persone per cui si è importanti. A Mandello c’è una casa della Nostra Famiglia, una struttura dell’associazione dedicata al cosiddetto “dopo di noi”. Si tratta di una delle prime esperienze di residenzialità offerta a persone giovani o adulte con disabilità motorie gravi, le cui famiglie avevano difficoltà nella presa in carico in quanto richiedevano assistenza e cure molto intense.
Inaugurata ormai 30 anni fa, la casa è intitolata ai coniugi mandellesi Giovanni e Giustina Monti, che hanno devoluto il loro patrimonio per la costruzione di questa struttura, sorta sul terreno da essi donato. La sede è stata costruita priva di barriere architettoniche e, sfruttando le più moderne tecnologie, con criteri di accessibilità tali da facilitare a ciascun ospite la massima autonomia possibile. Negli ultimi anni (dalla riclassificazione delle strutture che concorrono al sistema sanitario e sociosanitario regionale, avvenuta nel 2004) la Regione ha riconosciuto la struttura come RSD e come ambulatorio di fisiatria e NPI, quindi è un servizio accreditato e convenzionato.

Un nuovo modello di residenzialità

La casa offre un modello di residenzialità differente rispetto a quello dei tradizionali istituti di assistenza e favorisce una possibilità di vita normale, aperta, inserita nel territorio, rispettosa della storia di ogni ospite e delle esigenze di personalizzazione degli ambienti che ciascuno esprime nel luogo in cui abita. E’ gestita da operatori professionalmente qualificati, tra cui anche alcune Piccole Apostole della Carità, cioè membri dell’Istituto secolare fondato dal beato Luigi Monza. L’Istituto secolare è in un certo senso il cuore de La Nostra Famiglia, la comunità di laici consacrati che ha raccolto l’eredità, il carisma del fondatore e che ha la grande responsabilità di attualizzarlo e di trasmetterlo. Attualmente le Piccole Apostole presenti nella casa aiutano come volontarie nelle varie necessità. E’ questa presenza stabile e continuativa che diversifica. La Nostra Famiglia di Mandello da qualsiasi altra RSD e la rende veramente “casa”, un luogo in cui chi è accolto può trovare il filo rosso della sua esistenza, qualcuno interessato a conoscere e a ricordargli la sua
storia. Oggi qui sono presenti 16 ospiti, circa 25 operatori, 5 Piccole Apostole della Carità e passano tanti utenti ambulatoriali, amici e volontari. E’ un luogo significativo, un ambiente aperto e al tempo stesso un posto
dove ci si sente in famiglia, ci si accoglie nelle proprie caratteristiche, accettando le diversità e cercando di trovare una intesa: cosa non sempre facile.

Integrata nella città, una ricchezza per il territorio

La comunità civile ed ecclesiale di Mandello testimonia una particolare attenzione a questa struttura, che è ormai perfettamente integrata nel tessuto sociale della città. La riconosce come ricchezza del proprio territorio, perché afferma in concreto i valori della dignità di ogni persona, il suo diritto di essere riconosciuta e di partecipare alla vita di una comunità. Molti sono i volontari che entrano quotidianamente nella struttura per una semplice visita oppure per aiutare gli ospiti, per accompagnarli nelle uscite, per collaborare nei laboratori, offrendo amicizia e relazioni significative. Progetti educativi, culturali e artistici Una residenza per adulti con disabilità che ha permanenze lunghe e che per di più riguarda persone che hanno importanti limitazioni nella autonomia personale e sociale rischia di essere molto statica, di offrire una vita monotona, in cui potrebbe essere facile cadere in un atteggiamento assistenzialistico: dare cure senza prendersi veramente cura, senza preoccuparsi della qualità della vita degli ospiti. Per questo a Mandello l’ambiente rispetta la storia di ciascuno, i suoi gusti, le sue esperienze; è una struttura aperta, dove ogni ospite ha la possibilità di coltivare delle amicizie; offre progetti che si inseriscono nella routine di ogni giorno ma creano una discontinuità rispetto al ritmo normale, facendo vivere l’appartenenza alla casa ma al tempo stesso permettendo di ricevere nuovi stimoli e di partecipare alla vita dell’ambiente esterno. I progetti in corso sono quelli di attività laboratoriali creative, anche con l’uso del PC; inoltre ci sono le uscite per incontrare realtà varie di interesse sportivo, culturale, turistico, il progetto di teatro, la musica e il canto, la pet therapy.
Ultimamente gli ospiti sono stati ingaggiati all’esterno per esibirsi cantando in coro . Non poteva esserci un premio più gradito, dopo tanto lavoro! Qui è nata la prima comunità di persone con disabilità chiamate alla consacrazione Il centro di Mandello è stato inoltre il luogo in cui è maturata la convinzione che anche persone con disabilità motorie gravi potessero essere chiamate a vivere la consacrazione secolare nel nostro istituto. Qui infatti è nata l’esperienza profetica del Roveto di Nerviano, che ora è a tutti gli effetti una comunità dell’Istituto Secolare delle Piccole Apostole della Carità in cui sono presenti persone con disabilità.

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