Consolati da Cristo per essere noi stessi consolazione degli afflitti

Il versetto di Matteo se può essere letto indirizzato primariamente alla persona malata sofferente, dovrebbe essere inteso più correttamente come indirizzato anche agli operatori sanitari. Se tradizionalmente si intende l’assistenza come una modalità esercitata da operatori sani a persone malate, dovremmo invece intendere l’assistenza come un rapporto tra malati poiché anche gli operatori, oltre che all’onere assistenziale, sono esposti ad una malattia, che se non fisica, e anche temporanea, può essere spirituale o psicologica e derivante dalle comuni giornaliere situazioni di vita.
La pastorale della salute è certamente riferita a quanti nella sofferenza si assistono, ma in verità deve iniziare dall’operatore e dal volontario che assistono. Non si può cercare di arrecare conforto in Cristo se non si è personalmente confortati.

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